SETE è un progetto urban pop: testi e metriche derivate dal rap sia perché molto fitte ma anche come attitude e temi trattati anche se incontra melodie quasi sempre cantate. Una musica che tende a voler smuovere, come il rap sicuramente è stato storicamente più di altri generi: portavoce di verità scomode. Sonorità urban con tutto ciò che può essere contenuto in questo sempre più grande contenitore: rap, hip pop, pop, elettronica e synth wave, trap.
Noi volevamo conoscerla meglio, e siamo partiti come sempre dai suoi tre dischi preferiti. Ecco com’è andata!
Sete intervista
Quali sono tre dischi che sono stati fondamentali per la tua formazione musicale? E per quale motivo?
Persona, Prisoner 709, Justice. Persona e prisoner perché mi hanno insegnato come essere introspettivi rimanendo chiari, limpidi, avvolgenti Riuscendo a sentirsi rappresentati da ogni parola. Due scritture stupende, anche se molto diverse. Justice ha una costruzione pop clamorosa, equilibrata in modo eccezionale, quasi surreale.
Come mai hai scelto “Nevermind” come titolo del tuo primo disco, un titolo che ha anche un precedente molto importante?
Perché è il nevermind che lascia indietro tutto quello che ha precedentemente incatenato la persona al suo stato iniziale. Alla zona di comfort che sembra una tomba. È un nevermind che dice “basta”, che vuole voltare pagina. Che vuole scriverne finalmente una tutta sua, da zero. Un foglio bianco.
Quali sono le scorciatoie di cui hai voluto parlare?
Gli autosabotaggi, le finte strade facili che non portano da nessuna parte. Quelli che fanno girare in loop, fino a mordersi la coda.
E purtroppo li scegliamo più spesso di quanto non vogliamo ammettere.
Ti è capitato di riascoltarti? Sensazioni?
Sì, mi capita a volte. Sensazioni a tratti positive, perché vedo il lavoro fatto fino a quel punto. E poi l’altra faccia della medaglia, vedo quello che c’è ancora da fare. Nuovi passi da percorrere.
E se fossi un drink quale saresti, e perchè?
Limonata con un po’ di menta. Mi piacciono le cose rinfrescanti dolci e aspre allo stesso tempo. Sono un’amante dei contrasti in generale.
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