Disponibile dal 15 novembre su tutte le piattaforme digitali e in radio Un click è per sempre, nuovo singolo dei WakeUpCall, band romana che unisce un approccio ironico verso la società contemporanea, esplosività rock e esperienza internazionale. Il brano è estratto dal primo album in italiano dei WakeUpCall Doveva essere un disco indie. Un click è per sempre parla del conflitto che la generazione dei trentenni di oggi, o almeno qualcuno di loro, ha con i social media. La ricerca di followers, likes e attenzioni digitali come obiettivo nella vita.
Un click è per sempre – WakeUpCall
“Ore, giorni, settimane, mesi a fissare uno schermo guardando altri che vivono la vita al posto nostro. Pensiamo tutti di essere importanti dentro a questo smartphone. Ma un click non è per sempre. E il tempo non si ferma.” – WakeUpCall.
Quando la band ha iniziato sognava di conquistare il mondo con la propria musica. Il mondo lo si conquistava in inglese e quindi i WakeUpCall sono partiti scrivendo musica in inglese. Questo ha dato loro la possibilità di viaggiare molto e grazie alla loro musica di arrivare lontanissimo, partendo dalla vicina Europa, fino al Regno Unito, fino in Siberia, fino in Cina.
A un certo punto però i WakeUpCall sentivano che mancava qualcosa. Era più facile per loro organizzare un concerto a Varsavia che a Milano o Bologna. Non riuscire ad essere ascoltati a casa loro iniziava a diventare un peso. Allora hanno iniziato a scrivere in italiano. All’inizio, come tutte le cose nuove, è stato più difficile, ma da subito sono arrivate soddisfazioni, con la loro prima canzone in italiano, selezionata per Sanremo Giovani. Sono andati avanti a pieno ritmo con la produzione e hanno iniziato a scrivere tante canzoni in italiano durante i vari lockdown, fino ad averne più che a sufficienza per un album intero. Nasce così Doveva essere un disco indie.
Concludono i WakeUpCall: “Ora, fare un album nel 2023 non è una cosa esattamente in linea con le strategie di music business, TikTok e l’attenzione di 15 secondi del pubblico. Ma siamo cresciuti comprando dischi e crediamo che questi siano come album di foto, che raccontano una o più storie, un momento della vita di qualcuno. Questo è il nostro album, le nostre storie e quello che siamo adesso”.
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