Il 24 novembre è uscito “Cronologia del Futuro Lontano”, il disco di Riccardo De Stefano. Dieci tracce che parlano del tempo in tutte le sue sfaccettature, il tutto in chiave elettro pop. Suoni psichedelici degli anni 70 si mescolano ai synth del decennio successivo per incontrare infine il cantautorato.
“Cronologia del Futuro Lontano”- Riccardo De Stefano
Ogni brano è collegato dal timbro di voce particolare di Riccardo, ma i generi sopra elencati difficilmente si mischiano in una sola canzone bensì si alternano. L’elettronica è un po’ la padrona di tutto il disco, ma sparsi qua e là ritroviamo brani più vicini al pop cantautorale. Non essendo una fan di synth ed effetti, preferisco questa seconda tipologia. Tra i brani che hanno attirato di più la mia attenzione c’è “Dio delle attese”. Molto pop, pochi effetti e un ritornello accattivante.
Le due che mi convincono meno sono “E’ finito tutto” perché è davvero troppo elettronica e la voce è troppo effettata, sembra di un’altra persona. L’altra è “Bimbi dispersi” perché anche in questo caso la voce non risalta per niente, mentre trovo che il punto di forza di Riccardo De Stefano sia proprio la sua voce.
Una voce che in “Quando viene sera” mi ricorda moltissimo Walter dei Lost.
Nell’insieme è un disco molto interessante, sicuramente elaborato e mai scontato. Non riesco ad apprezzarlo appieno per la mia “avversione” all’elettronica, ma penso che gli appassionati del genere impazziranno per questo artista.
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