Gli Incubi di Freud: “Ho voluto quindi creare questo contenitore di rabbia e delusioni”

Gli Incubi di Freud presentano il loro nuovo EP “Diastole”, fuori dal 26 gennaio e anticipato da diversi singoli. La band marchigiana è passata spesso tra le nostre pagine e per questa occasione abbiamo organizzato un’intervista. Ecco cosa ci hanno raccontato.

gli incubi di freud

Gli Incubi di Freud

Ciao ragazzi presentatevi ai nostri lettori

Ciao, siamo Gli incubi di Freud, gli inventori dell’alternative talkative rock, ovvero di grandi spiegoni tra un pezzo e l’altro… quindi non abbiamo inventato granché, abbiamo solo peggiorato l’approccio live di Caparezza. Volevamo solo darci delle arie, perché siamo giocosi pur avendo approcci molto seri alla tematiche che trattiamo nei nostri brani. Siamo Joshua, paziente zero ”(nonché voce, basso, musica, testi, video, idee, crisi esistenziali) Andrea K e Massimiliano alle chiterra, Alessandro alla batteria.

“Il Vaso Di Pandora”, brano che fa parte del vostro nuovo Ep “Diastole” , partiamo da questo brano

“Il vaso di Pandora” è la prima canzone in assoluto che ho scritto. Non aveva ancora un testo e l’ho fatto ascoltare alla mia ragazza dell’epoca (stiamo parlando del 2013) Dopo una brutta separazione da lei, avvenuta allo Sziget Festival di quell’anno, ho trovato l’ispirazione per parlare di separazione in modo molto elegante, perché non volevo cadere in accuse volgari e vigliacche, che in musica secondo me vanno bene su generi che non apprezzo molto. Ho voluto quindi creare questo contenitore di rabbia e delusioni molto ben intagliati ed invitati anche per chi ha un’idea molto standard delle revenge song sentimentali

E ora parliamo del vostro Ep, che dal titolo già è molto interessante!

Sistole e Diastole sono due gemelli eterozigoti. I brani che compongono i due ep sono stati scritti all’incirca nello stesso arco temporale, ma la suddivisione nella sacca amniotica ha seguito il principio “Bart e Hugo Simpson” (TreeHouse of Horror VII, stagione 8). Diastole non è malvagio, è giusto un po’ più disilluso e diretto. Insomma i brani sono tutti facente parte dello stesso percorso creativo, suddiviso poi per esigenze discografiche.

In dove vi sentite più maturi a livello artistico dopo questo Ep?

Lavoriamo meglio di squadra nell’arrangiamento dei brani, dato che ci siamo imposti una certa assiduità nella sala prove per evitare le sessioni a distanza e individuali di apprendimento dei brani. Sembra una cosa banale, ma essendo una band nata esattamente con la “didattica a distanza” dell’era Covid, questa nuova attitudine ci ha sorpresi

Con chi vi piacerebbe collaborare?

Nel nostro stesso genere dico Federico Dragogna dei Ministri.
Uscendo un po’ dal nostro seminato trovo molto interessante La rappresentante di Lista.
A livello di videomaking sarebbe bello affidarsi a Daniele Cuk Graziani, che sta facendo cose egregie, non come le improvvisate da Dawson Leary adolescente del nostro Joshua…

Chi volete ringraziare per il vostro percorso artistico che state facendo?

Ringraziamo il nostro produttore e amico Frank Micucci del Ganapati Studio, che ci ha dato gli input giusti per maturare in una direzione che si confà alle nostre intenzioni e che ci sprona ad evolverci anche contro i nostri stessi scetticismi

Chiudiamo l’intervista con l’ultima domanda. Se apriamo il vostro cassetto dei sogni cosa vediamo?

Un feat con Caparezza, o un live allo Sziget Festival… chiediamo poco insomma!

 

Leggi anche –> Tiziano Ferro, l’artista che non si è mai arreso: vita e curiosità

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...
0.00 avg. rating (0% score) - 0 votes