Ambradea: ” Volevo raccontare un qualcosa di vero”

Ambradea pubblica “EsSENZA”. Un messaggio d’amore per se stessi ma anche un invito a focalizzarci su ciò che desideriamo e che ci fa stare bene. Tutti i brani hanno un filo conduttore: nascono sempre da un’esperienza negativa, per poi darti una soluzione. Abbiamo rivolto all’artista alcune domande.

Ambradea

Ambradea

Ci racconti quali sono stati i presupposti del tuo nuovo album?

Il motivo principale per cui ho scritto questo album è stato perché volevo raccontarmi. Volevo raccontare un qualcosa di vero rispetto a tutto ciò che avevo impostato nella mia vita d’artista passata. All’inizio avevo cominciato con i singoli e non sapevo bene quale direzione prendere, avevo solo voglia di gridare, di urlare, di buttare fuori qualcosa che mi facesse entrare a gamba tesa, perché volevo essere ascoltata. Volevo avere questa figura un po’ sfacciata. Ma la direzione che avevo preso non mi permetteva di raccontare a fondo quello che volevo: la mia storia, la mia esperienza, che aveva bisogno di essere collocata in un altro tipo di musica, suoni ed atmosfere.

È stata una scelta consapevole, partire dalla mia storia. Da lì ho voluto iniziare. Avevo voglia di fare un qualcosa che andasse al di là di tutto ciò che è richiesto dal mainstream e dal mercato. Volevo esularmi da questo condizionamento mentale perché era quello che non mi permetteva di creare. Agli inizi avevo inconsapevolmente scelto quella direzione per cui dovevo creare qualcosa che potesse piacere agli altri, e invece questo era un pensiero molto sbagliato. Perché è proprio nel momento in cui mi sono lasciata andare e mi sono detta “voglio provare a far finta che non esista nulla di tutto questo”, che sono riuscita a trovare la mia autenticità. Al di là di quanto possa fare presa sul mercato. Da qui si parte. Si è messo un punto sul passato e si è fatto un ottimo lavoro per il presente. Mi presento così, con la mia essenza.

Qual è stato il momento più memorabile durante la creazione di “EsSENZA”?

È successo proprio all’inizio del percorso, è stato proprio quel momento che mi ha dato il là per la creazione di EsSENZA. Ero a Piacenza, dove c’è lo studio di registrazione “Retrostudio” di Angelo Ilari e Paolo Trabucchi, nel quale ho registrato tutto il disco. In quel momento eravamo a casa di Maddalena Conni e Nicola Faimali, i ragazzi che hanno collaborato con me alla produzione, e c’erano anche i ragazzi dello studio. Eravamo a cena, ed io ho cominciato a proporre la prima bozza di “Mantra” dicendo “mi piacerebbe che il disco iniziasse con questa canzone… vi faccio sentire come fa”. Ad un certo punto ho iniziato a canticchiare le prime note su una base ritmica che avevo creato al pc, ho dato gli accordi a Nicola che si è messo al pianoforte e Maddalena ha improvvisato dei cori. Da lì è nata la magia, la prima atmosfera di Mantra.
È stato un momento mistico perché era come se fossimo tutti allineati su questo nuovo progetto, su questa nuova cosa che stava nascendo, in cui ho visto, per la prima volta allo scoperto, l’inizio di quello che sarebbe stato EsSENZA.

Come ti senti riguardo alla tua crescita artistica dall’inizio della tua carriera fino a oggi?

Una grande evoluzione, questo vedo. Una grande ricerca, una grande testa dura, una grande voglia di riscatto e voglia di tirare fuori ciò che, per mia natura, è difficile esprimere. Il mio carattere e andato molte volte contro la mia volontà perché è palesemente chiaro che ci abbia messo molto tempo a decidere di essere Ambradea. È stato un processo lunghissimo ma con una grande costante: l’ambizione. L’aver sempre dato retta a ciò che i miei pensieri mi dicevano, a tutto questo fervore, questa fiamma che mi sentivo dentro. Oggi dico che ne è valsa la pena ma soprattutto che c’è un tempo per ogni cosa.
Spesso, in passato, mi sono rimproverata di aver perso tanto tempo adagiandomi su me stessa, dicendomi che non ero abbastanza, lo usavo come giustificazione per non agire, per non uscire dalla mia comfort zone. Quando poi ho agito, anche attraversando momenti di grande paura e grande panico, ho avuto di fronte la consapevolezza che se uno vuole una cosa, la vuole davvero, la può far accadere. Ho vissuto sulla mia pelle alcune sensazioni che per forza ti fanno soffrire, ti fanno sentire piccola, ma ti permettono di scavare dentro e arrivare alla tua grandezza.

Oggi so che sono una persona con una grande profondità emotiva che non voglio più nascondere; non voglio nascondere il fatto che io sia complessa. Mentre prima cercavo di essere semplice, oggi vorrei celebrare la complessità d’animo che vedo come una particolarità, una cosa che può affascinare. Piano piano, questa complessità si sta mostrando sempre più aperta. Sicuramente sono una persona che, come la mia musica, di primo impatto ti do un’idea, poi, conoscendomi, ti lascio scoprire cosa c’è dentro.

Cosa ti ha spinto a voler condividere così apertamente la tua esperienza personale attraverso la musica?

Diciamo che tutte le sensazioni che avevo dentro sono collassate in questa bomba a orologeria che ad un certo punto è scoppiata. Avevo necessità di raccontare un po’ le origini, di raccontarmi come artista, di entrare in questo mondo con la verità. Mi ero un po’ stufata di fare il personaggio sbagliato. Ambradea è sempre un personaggio, ma adesso è sulla strada giusta: sulla strada di essere un artista che rispecchia il mio ideale. Oggi ho le ossa per poter sostenere questo tipo di personaggio. Col senno di poi mi sono resa conto che prima stavo rincorrendo un’idea di personaggio che magari serviva a me per sentirmi più forte, ma non avevo ancora scavato a fondo.

Adesso Ambradea mi permette di difendermi, di proteggere, di tutelare quello che io voglio portare avanti, con alle spalle un grande lavoro su me stessa, che è il fulcro di questo disco. Ho cercato di scrivere il più possibile in maniera universale perché come me, tanti altri sentono la necessità, il piacere o la curiosità di andare a vedere chi sono (loro), così come ho fatto io. E spero, con EsSENZA, di poter aiutare qualcuno, quantomeno, ad andare a stuzzicare quella scintilla che gli sussurra cose un po’ più intime, più profonde e, magari, entrare in connessione con il proprio io.

Hai in programma qualcosa di speciale per celebrare l’uscita del disco?

Sì. Ho prodotto anche il disco fisico, che distribuirò a tutte le persone che ritengo possano avere il piacere, innanzitutto, di averlo, e a chi penso possa darmi una mano anche dal punto di vista promozionale. Sarò una specie di stalker. Un disco fisico, anche se non serve a nulla, anche se nessuno avrà più lettori cd dentro casa (ho infatti fatto mettere delle bar code sul disco per collegarsi direttamente al link di Spotify), è un simbolo importante, palpabile, reale.

Dentro è compreso di booklet con tutta la parte grafica curata da Mywaydesign, con la quale abbiamo fatto un lavoro minuzioso dalla prima all’ultima traccia. Sto inoltre preparando con la band uno spettacolo che rispecchi la natura del lavoro di EsSENZA.

Per la parte live, la parte più importante, venendo dal mondo teatrale sto cercando di trovare una formula di release party che si faccia in una sala con le poltrone rosse, proprio come a teatro.

 

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