GIORGIA GIACOMETTI: “La musica dovrebbe seguire il proprio istinto”

Giorgia Giacometti Intervista

Giorgia Giacometti, la nuova stella della musica italiana, torna in radio e nei digital store con “Povero Re”. Un inno all’empowerment femminile che sfida coraggiosamente gli stereotipi e i cliché, sovvertendo le convenzioni di un mondo dominato da limiti e aspettative e proponendo una nuova visione di forza e indipendenza per tutte le donne.

Giorgia Giacometti Intervista

Giorgia Giacometti Intervista

Ciao Giorgia! La scelta del rilascio di “Povero Re” in concomitanza con la Festa della Donna è simbolica. Puoi approfondire questa decisione?

Ciao a tutti,
innanzitutto vi ringrazio per questa bella intervista. Certamente! Il brano “Povero Re” ci parla dell’uomo manipolatore che usa la donna per il proprio piacere. Il messaggio principale del brano si fonda sul rispetto, volendo trasmettere che la donna non è un gioco e che quindi andrebbe rispettata sia mentalmente che fisicamente. Proprio per questo, il giorno della Festa della Donna è l’occasione perfetta per l’uscita di “Povero Re”.

Il brano sfida gli stereotipi tradizionali, valorizzando la forza delle donne e sovvertendo la narrazione tradizionale sul potere, ancora prevalentemente maschile. Qual è stata la tua motivazione principale dietro a questa scelta?

Le esperienze personali vissute. Credo che ad oggi ci sia poco rispetto nelle relazioni, di qualsiasi natura esse possano essere. Il brano si concentra sul rapporto uomo/donna in termini sentimentali, prendendo di mira la concezione, ancora ad oggi diffusa, della supremazia maschile su quella femminile. Da donna, seppur a conoscenza di avere necessità e caratteristiche diverse da un uomo, non mi sento assolutamente inferiore e credo che, in nessun caso e da nessuno, dovrei essere trattata da tale.

Come vedi l’evoluzione della tua musica in relazione ai cambiamenti sociali e culturali attuali?

La musica dovrebbe seguire il proprio istinto e le proprie necessità interiore non i cambiamenti sociali e culturali. Per me, seguire gli altri vorrebbe dire morire dentro.

Il processo di scrittura e composizione di “Povero Re” ha portato alla luce nuove scoperte personali o artistiche?

Sì. Ogni brano scritto e prodotto è come una vita vissuta dove scopri te stesso. Siamo continuamente in fase di cambiamento e ogni brano è l’opportunità di continuare a conoscersi e indagare su se stessi, sia a livello musicale che emotivo.

Il singolo è caratterizzato da un forte messaggio visivo e narrativo. Quali tecniche narrative hai utilizzato per costruire questo messaggio?

Non le definirei tecniche ma espressione personale. La parte narrativa è esperienza mentre quella visiva è immaginazione.

Hai ricevuto feedback da altre artiste femminili sul tuo singolo? Se sì, quali sono stati alcuni dei punti di vista condivisi?

Le donne condividono il messaggio di forza e rispetto del brano. Purtroppo, vedo ancora poca determinazione nell’imporsi. Nella vita, le persone ti trattano come tu gli permetti di trattarle; le relazioni sono come uno specchio. Il vero cambiamento deve partire da noi. 

Quali consigli daresti ad altre artiste che vogliono promuovere messaggi importanti?

Essere sinceri.

Grazie ancora l’intervista.
Un saluto a tutti i lettori.

A presto,
Giorgia

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