ROCK TRAVEL con Jon Bon Jovi
Jon Bon Jovi parla del lato oscuro delle rockstar:
“Ok, l’ho superata”. In sostanza, devo ammettere che ne è valsa la pena. Vorrei che fosse stato sempre tutto bello ma non avrei ottenuto questa saggezza o provato questa profonda gratitudine per ciò che sono oggi”.
Rock Travel oggi affronta un argomento che spesso definisce la vita e la carriera delle rock star e il loro lato oscuro. Per farlo ho scelto uno degli artisti più Rock degli anni ’80: Jon Bon Jovi.
La depressione non fa distinzione, è il lato oscuro delle rock star. Si dice che le rock star abbiano in comune, una vita difficile, fatta di ascese e vizi che talvolta hanno posto fine alle loro carriere. Non è il caso di Jon Bon Jovi, una rock star assoluta, piena di fascino e dalla voce che spacca i cuori. Un semplice ragazzo del New Jersey di umile famiglia che come tanti della sua età, aveva un sogno, quello di diventare a tutti i costi una rock star.
La depressione di Jon Bon Jovi è stata un aspetto significativo della sua vita, sebbene non sia sempre stato al centro dell’attenzione pubblica. Come molte personaggi celebri, ha dovuto affrontare sfide personali dietro le quinte. Nonostante il suo successo e la sua popolarità, ha attraversato periodi di profonda infelicità e smarrimento.
Le origini
Giovanni Bongiovanni, naturalizzato americano con il nome di John Frances Bongiovi, è nato nel 1962 a Perth Amboy, nel New Jersey. Figlio di Carol, ex coniglietta di Playboy, e John Bongiovanni, barbiere, rivelò fin da piccolo di essere un ribelle e un grande desiderio essere al centro dell’attenzione. L’amore per la musica e il look dallo sfuggente sapore metal, erano solo i primi passi per una carriera da rock star.
Ispirato da Bruce Springsteen ed Elton John mette in piedi il primo gruppo musicale con alcuni compagni di scuola, gli “Starz”. La band riuscì tenere un solo concerto, esisteva un gruppo americano molto più conosciuto con lo stesso nome. John cambiò quindi il nome in “Raze” ma fu comunque un flop. Dal ruolo in marina a una carriera nel cinema con il ruolo protagonista per “FootLoose”, tante furono le occasioni che Jon decise di rifiutare, era la musica il suo mondo.
Come tutto ebbe inizio
Tony Bon Jovi, cugino di secondo grado di Jon, era proprietario degli studi di registrazione Power Station di New York, dove passava gran parte della scena rock a registrare o missare. Tony lo invitò a lavorare presso gli studi come artista emergente ma in realtà Jon passava le sue giornate a preparare caffè, pulire e fare delle commissioni. Nonostante dormisse sulla moquette e avesse una paga di 52 dollari e mezzo a settimana, ne era entusiasta perché lì avrebbe potuto rubare i segreti alle star e registrare i suoi provini prima che arrivassero i musicisti.
Dopo due anni, fu l’incontro con Mick Jagger che gli diede la forza di “tenere duro”. Mick lo riconobbe e gli disse: “Stai andando avanti coi tuoi provini? Tieni duro”.
La prima volta davanti ai genitori
“I miei genitori vennero a vedermi al primo spettacolo al quale partecipai, la mia esibizione fu terribile, al punto che loro due avrebbero voluto strisciare sotto le loro poltrone per l’imbarazzo. Ma loro si erano resi conto della mia passione e del mio impegno… per questo mi hanno sempre sostenuto.”
Prima di creare la sua band si unì agli Scandal per un breve periodo. Nel 1983 si formarono i Bon Jovi, il loro primo disco, “Bon Jovi”, lo pubblicarono nel gennaio del 1984 dopo la firma con la Mercury Records. Aprirono un concerto degli ZZ Top al Madison Square Garden di New York, il 24 settembre del 1983, prima ancora che il loro primo album fosse stato pubblicato. Tra i componenti David Bryan, Tico Torres, Alec John Such e il chitarrista Richie Sambora.
“Runaway” : la storia di un ragazzino che si è recato in una stazione radio è entrato e ha consegnato una cassetta con il sogno di andare in onda e avere una possibilità per trovare un pubblico.
Sambora
“Non passa giorno in cui non vorrei che Richie fosse ancora nella band“. Bon Jovi non sa come come sarebbe andata se fossero ancora assieme, ma da quella separazione nasce “This House Is Not For Sale“.
Ascolta This House Is Not For Sale
Richie Sambora entra a fare parte dei Bon Jovi nel 1983 al posto di Dave Sabo (Skid Row), scrive con Jon Bon Jovi alcuni dei più grandi successi della band. Durante il Because We Can Tour, prima di un concerto a Calgary in Canada, lascia i Bon Jovi per dedicarsi alla famiglia e in particolar modo alla figlia.
New Jersey Syndicate Tour
232 date in totale, un tour molto faticoso che porta a varie pressioni nel gruppo, tanto che costrinse i vari membri a prendersi una pausa dalla band. Durante il tour, Jon Bon Jovi ebbe molta difficoltà a eseguire le tonalità più alte note le esibizioni dal vivo di canzoni estese almeno il doppio della lunghezza normale dei brani, nasce così la scelta di eseguire canzoni in versione acustica, che segnano un cambiamento nello stile musicale e un’evoluzione della band che si si noterà nell’ album Keep the Faith del 1992.
Bon Jovi solista
Potrà essere invecchiato e talvolta sparito dalle scene musicali, ma la sua presenza nella Rock & Roll Hall of Fame ne testimonia il contributo nell’industria musicale. Dopo 15 album in studio, cinque compilation, un album live, un cofanetto, 13 video e oltre 50 singoli, oggi Jon Bon Jovi torna con un nuovo album, ma forse dice stop ai tour. A fermare l’artista statunitense è il delicato intervento chirurgico subìto un anno e mezzo fa alle corde vocali.
Bon Jovi comunica l’uscita dell’album “Forever” il 7 giugno, anticipata dal singolo “Legendary”,
“La mia voce era davvero rovinata, ho dovuto affrontare un problema che non era comune. Ho avuto paura. Bruce Springsteen veniva a prendermi ogni due settimane in auto e mi portava in giro per le strade del New Jersey. Io non riuscivo neanche a parlare, ma Bruce mi diceva: sono qui per te, ce la farai”.
Un artista, una rock star amata e acclamata dai fan per il suo impegno musicale e sociale. La voglia di essere sempre il numero uno e lo sconforto nel non sentirsi mai arrivato. Umile ma dalle grandi risorse, un artista così dovrebbe essere all’apice della soddisfazione ma ill bisogno di ammirazione che ti porta a chiedere al pubblico chi sei,il più delle volte, può annientarti.
Da poco nominato “MusiCares Person of the Year 2024”, l’artista ha definito il nuovo album un ritorno alla gioia. Inoltre, mettetevi comodi perché, in occasione dell’anniversario dei 40 anni di carriera, la band uscirà con una docuserie “Thank You, Goodnight: The Bon Jovi Story”. Il primo documentario sulla carriera della band messo in piedi da tutti i membri passati e presenti dei Bon Jovi.
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