Kimera: “La mia musica si perde in un viaggio onirico”

Fuori dal 12 luglio 2024 su tutte le piattaforme digitali il primo EP del progetto Kimera. Un viaggio introspettivo e intenso, atipicamente estivo che ci racconta un nuovo spettro della scena underground del cantautorato italiano, “I Fiori Del Male”, questo il titolo del disco, è un un viaggio introspettivo che racconta di un periodo di intesa trasformazione interiore.

Da questo viaggio emotivo si emerge trasformati, consapevoli della propria forza interiore, pronti ad affrontare le sfide del futuro con rinnovata tenacia.

Noi lo abbiamo intervistato, curiosi di sapere la connessione tra questo disco e l’opera di Baudelaire, e come Matteo, questo il vero nome di Kimera, abbia vissuto la sua realizzazione.

Kimera intervista

Kimera intervista

Nel tuo disco notiamo come vi siano sonorità “ballabili” e riferimenti alle discoteche, a un mondo sociale che spesso è in contrasto invece con la solitudine che invece tendi a comunicare. Eri consapevole di questo contrasto? Era voluto?

Partiamo con il dire che non era affatto voluto. Sicuramente il contrasto c’é e si sente, ma avevo bisogno di inserire anche una canzone che fosse un po’ più spensierata perché alla fine questo sono davvero io: una persona che vive di contrasti. Riesco ad essere sensibile e introspettivo lasciandomi andare all’intensità delle emozioni ma al contempo riesco ad essere anche leggero e spensierato. Dentro di me sento vivere molti mondi diversi

E cosa succede quindi “Quando le discoteche chiudono”?

Beh, dipende da come è andata la serata!
Scherzi a parte, dopo una serata fuori andiamo a letto con il sorriso perché magari abbiamo fatto “conquiste” o semplicemente perché ci siamo divertiti…anche se devo ammettere che il mondo delle discoteche non mi rappresenta più di tanto. Ricordo che tempo fa vivevo la “serata in discoteca” come un incubo… non avevo mai voglia di andare a ballare in stanze claustrofobiche in mezzo ad altre mille persone. Preferivo bermi una birra al Pub chiacchierando e scherzando con gli amici. Poi però qualcosa è cambiato e ho trovato estremamente divertente anche andare in discoteca, chissà forse avevo la compagnia sbagliata o forse perché non frequentavo le discoteche giuste!

In che periodo della tua vita hai scritto questo disco e come ti rappresenta?

Ho iniziato a scrivere le canzoni di questo disco circa un anno e mezzo fa al termine di una relazione durata molti anni. Questo disco rappresenta il viaggio interiore che ho percorso da allora fino ad oggi: ho vissuto una delusione, ho incontrato e conosciuto nuove persone, ho preso più coscienza di me stesso e sono cambiato tornando ad essere più spensierato e leggero ma con nuove consapevolezze che mi hanno reso sicuramente più forte

Definisci la tua “una musica creata per rompere l’illusione del sogno”, ci racconti meglio questa definizione?

La chimera è sì un sogno, ma un sogno vano, utopico… la mia musica si perde in un viaggio onirico di riflessioni e sensazioni per poi rendermi però più forte una volta squarciato il velo della realtà.

Stai già lavorando a qualcosa di nuovo?
Sarà diverso da “I fiori del male”?

Sto lavorando a nuovi pezzi ma ancora non so quale direzione “sonora” prenderanno.

 

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