Loris Dalì: ” Sarei un Martini Bianco perché è vintage come me”

E’ uscito il 4 ottobre 2024 “CASA Dalì”, il nuovo EP del cantautore abruzzese Loris Dalì.  “CASA Dalì” è un disco completamente analogico, fatto in casa e registrato a mano dallo stesso artista che definisce se stesso come “un cantautore stagionale”. 

Loris Dalì intervista

C’è qualcosa che distingue il tuo EP “CASA Dalì” rispetto ai tuoi precedenti lavori?

Anche i miei lavori precedenti hanno avuto un’attitudine “artigianale”, ma questo è il primo disco che registro completamente in casa. Anche i musicisti che hanno lavorato a distanza hanno registrato in studi di registrazione montati nelle loro case. È un disco completamente casalingo e fatto a mano.

Tra tutti i brani contenuti in questo disco, qual è quello a cui ti senti più legato e perché?

Sono 5 brani che ho scelto tra una ventina già scritti e su cui ho lavorato per anni, quindi mi è davvero difficile scegliere. Dico “Se citofoni scendo” perché non ricordo da dove è arrivata. Ogni canzone nasce da una scintilla di ispirazione, a volte dal testo altre dalla musica altre volte insieme, mentre “Se citofoni scendo” non ricordo da dove sia arrivata. Altro motivo è che alcune canzoni nascono già fatte e finite, altre invece devono fare un giro largo e cambiare faccia varie volte prima di trovare la propria identità e “Se citofoni scendo” è una di queste, ha fatto un bel giro largo fino a diventare brasiliana, tropicalista. Un po’ di Brasile è anche rimasto sottotraccia perché Giorgio aveva in cuffia me che canticchiavo una canzone brasiliana a tempo con le sue percussioni.

Come descriveresti la giornata tipo di un cantautore stagionale come te?

Dipende se siamo nella bella stagione oppure no. Da aprile a settembre la mia giornata tipo è andare a piedi, in bici o in vespa a lavorare al ristorante ed a fine servizio uscire in sala chitarra e voce e suonare per i clienti. Vivo in una città turistica sul mare, Silvi Marina, e d’estate tra lavoro, musica, turisti, movida sembra di essere in tour con i Rolling Stones. Finita la bella stagione divento Bukowski in ozio creativo. Mi sveglio quando mi sveglio, porto fuori il cane, caffè al bar, passeggiata, lavoretti a casa, suono e registro, cucino, scrivo, vivo la giornata in casa con la mia famiglia e chi mi viene a trovare. Di notte poi la cucina diventa il mio laboratorio creativo e lavoro a musica, progetti e studio ogni sera da mezzanotte alle cinque.

Quali sono tre dischi che sono stati fondamentali per la tua formazione musicale e perchè?

MTV unplugged in New York dei Nirvana. Da sempre sono attratto dalla musica acustica. Se sento una canzone in radio che inizia con una chitarra acustica di sicuro la ascolto. I Nirvana acustici, puliti, che reinterpretano canzoni rabbiose con dolcezza. Bellissimo.

White Album dei Beatles. Per un periodo ho fatto parte di una super band di cover dei Beatles. Abbiamo fatto solo quattro date, ma abbiamo provato molto. Suonando, cantando, interpretando le canzoni dei Beatles con una band ti rendi ancora più conto della loro grandezza ed il White album è un esempio. Ci sono dentro idee musicali per fare 5 dischi almeno.

El Diablo dei Litfiba. Quando è uscito avevo 16 anni e ricordo che lo consumai nel walkman. Proprio in quegli anni avevo formato la prima band e la direzione musicale che abbiamo preso è stata quella del rock italiano, che negli anni 90 andava forte. Oggi non lo ascolto più, in generale non ascolto più rock italiano a parte a volte Afterhours o Verdena, ma per un decennio sono stato un cantate rock pure io ed in quel periodo El Diablo è stato il disco del grande pubblico per una band come i Litfiba.

Ultima domanda: se fossi un drink, quale saresti e perchè?

Sarei un Martini Bianco perché è vintage come me.

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