Il progetto Primo Atto di Secessione debutta con l’EP “Atto primo”. Un lavoro che si distingue per carica emotiva e narrativa. Pubblicato il 13 dicembre e anticipato dal singolo “La Canzone della noia”, il disco è un manifesto del rock alternativo e della polemica sociale. Composto da cinque tracce, l’EP racconta storie intense, che si muovono tra il dramma e la speranza, la resilienza e l’insofferenza.
Primo Atto di Secessione – Atto Primo
Ogni brano è un microcosmo narrativo, sorretto da sonorità accattivanti e curate nei dettagli. La traccia di apertura, “Ci precipito ancora”, è un’introspezione nostalgica che esplora il desiderio di non ripetere gli errori del passato, alternando toni cupi a momenti di onirica speranza. Con “E vuoi vedere che”, la band cattura in modo magistrale l’angoscia di un attacco di panico, trasformandola in una liberatoria presa di coscienza sul ritornello.
Kali porta l’ascoltatore in un viaggio drammatico e universale, raccontando la storia di una migrante malese, attraverso una linea di basso evocativa, che diventa simbolo di un’umanità alla deriva. Renè Delacroix, invece, è un racconto western che mescola introspezione e crudezza: la storia di un generale spietato che si confronta con la propria colpa è un punto di forza per il suo lirismo e l’approccio rock cantautorale.
Chiude l’EP “La Canzone della noia”, una riflessione polemica sulla frustrazione generazionale e il valore della noia come stimolo creativo. Musicalmente sorprendente, il brano unisce un giro di basso elettro-rock e un ritornello catartico, chiudendo il disco con un impatto memorabile.
“Atto primo” è un lavoro che colpisce per la sua intensità emotiva e per la capacità di intrecciare musica e narrazione in modo incisivo. Una promessa per il futuro del rock alternativo italiano.
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