Il 20 novembre segna l’uscita di “Lost Tapes vol. 21”, il nuovo capitolo del progetto curato da Livio Minafra. Un disco dedicato al padre Pino, figura iconica del jazz d’avanguardia italiano. Il disco raccoglie rare registrazioni degli anni ’70 e ’80, offrendo uno sguardo unico sui primi passi di una carriera straordinaria, che ha ridefinito il ruolo del jazz europeo.
Il percorso di Pino Minafra si snoda a partire dalle sue radici pugliesi, affondando nelle tradizioni della musica corale e bandistica, fino a raggiungere collaborazioni prestigiose con leggende del calibro di Enrico Rava, Chet Baker e Cecil Taylor. Questo progetto raccoglie tracce uniche che includono performance live, arrangiamenti innovativi e sessioni sperimentali, rivelando un artista eclettico, capace di spaziare tra jazz, folk, blues e repertori rinascimentali.
“Lost Tapes vol. 21” non si limita a essere un tributo familiare, ma è un autentico documento storico che celebra un artista profondamente legato alla sua terra, ma con una visione musicale innovativa e cosmopolita, lontana dai canoni tradizionali del jazz americano.
Chi è Pino Minafra?
Pino Minafra, coadiuvato dal poeta Vittorino Curci e dal manager Riccardo Bergerone, è stato il fondatore nel 1990 della Italian Instabile Orchestra nel 1990.
La più importante big band di jazz avanguardista italiana con musicisti come Giorgio Gaslini, Bruno Tommaso, Gianluigi Trovesi, Giancarlo Schiaffini, Paolo Damiani, per citarne alcuni.
Storiche le collaborazioni con Cecil Taylor ed Anthony Braxton. Ma Minafra, trombettista e insegnante emerito di tromba al Conservatorio Piccinni di Bari. Oggi 73enne, è anche fondatore del Talos Festival nel 1993 e dell’Europa Festival Jazz di Noci (assieme a Vittorino Curci), nel 1989. Festival che hanno fatto la storia del jazz in Italia ed Europa per la loro specificità di ricerca di jazz europeo, non in continuità col jazz americano.
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