Phil Lynott – l’anima solitaria tra rock e poesia

Philip Lynott nasce a Birmingham, il 20 Agosto 1949, è uno dei personaggi più influenti del rock. Generazioni di musicisti hanno trovato in lui un’ ispirazione sia per la sua originalità che per la sua intelligenza.

Una combinazione perfetta tra “hard & heavy”, blues, folk celtico e testi poetici e talvolta molto duri. Lynott nasce come artista completo in primis per la sua presenza scenica che cela un autore sensibile e con un pensiero fuori dagli schemi.

Madre Irlandese, da neonato viene subito portato Phillys a Dublino dove vive in casa della nonna Sarah. La sua è una giovinezza complicata, dettata dal giudizio di una società  fin troppo moralista, quella degli anni cinquanta, che lo condanna al nomignolo di “mezzosangue”.

L’assenza del padre e il sentirsi solo, sono le basi su cui Lynott costruisce una corazza per proteggere quella sua parte sensibile di cui veste spesso i suoi testi.

Anche a scuola, Phil non passa inosservato grazie ai suoi capelli ricci e voluminosi e attira subito l’attenzione di bulli che gli urlano contro “blackie” o “baluba”. A  spalleggiarlo c’è il nuovo amico Brian Downey, dublinese e più piccolo di lui.

Nonostante l’impegno e un istinto altamente sviluppato, Lynott torna spesso a casa con segni di percosse. Sono gli anni in cui vige il pensiero unico del nazionalismo irlandese di matrice cattolica, niente spazio alla creatività, all’arte e ala letteratura. Il pensiero collettivo è così forte che lo stesso Phil pensa per un attimo di diventare prete.

AMORE E  MUSICA

Già ai tempi della scuola, fonda una band con l’amico batterista Brian Downey: i Black Eagles. Nel 1965 si innamora di Carole Stephen. Uno dei primi scritti di Phil è proprio per lei. Con il tempo Lynott sperimenta nuovi vizi, alcol sigarette e il cinema, è un amante dei film western e ne è così attratto che chiede alla sua band fi fare un film amatoriale con lui come regista.

Dopo la morte del nonno, è suo zio a prendere le redini che lo accompagna verso un nuovo mondo musicale, gli Who, Mose e in più Phil si tuffa nella musica che riesce a comprare con i piccoli guadagni dei suoi concerti,  Sinatra, Velvet Underground, tutta la musica di nicchia della fine degli anni 60.

E’ il 1967 e una telefonata irrompe sulla vita di Phil, è Brendan Shiels, la sua nuova band, gli Skid Row, hanno necessità di un cantante e Phil è l’uomo giusto.

In sala prove ricorda Jimi Hendrix, sul palco un vasto repertorio di cover e un Lynott sempre più eccentrico con vestiti da donna e vistosi gioielli. Nel frattempo conosce Carole Stephen, sono inseparabili lei però non è ben vista dalla band a causa di una gelosia morbosa nei confronti di Phil. Carole resta incinta ma Phil non è pronto a fare il padre. Phil sogna una carriera da artista e una vita sui palchi per cui costringe la ragazza a ritirarsi a Manor House, un centro di madre non sposate, in seguito, l’affidamento del bambino porrà fine alla relazione tra i due.

DUBLINO

Nel 1968, Phil Lynott si immerge nella vivace scena culturale di Dublino, tra nuove influenze musicali e sociali, tra cui un giovane David Bowie. Vive in una comune di artisti in Lower Mount Street, con a capo Patricia Mohan o Orphan Annie. Ora la sua seconda casa è l’Orphanage, un posto dove incontrare artisti, bere e fare nuove esperienze.

Nel frattempo, Brush Shiels scopre Gary Moore che dopo un’esibizione al Club A Go Go, entra negli Skid Row, sostituendo Cheevers. Moore e Lynott instaurano fin da subito un rapporto quasi fraterno. Appena Gary entra nel gruppo si registra il primo singolo, “New Places, Old Face“, il primo pezzo di Lynott registrato in studio.

Tuttavia, il momento non sembra essere dei migliori per Lynott che che è assolutamente in contrasto con l’idea di Shield di creare un sound alla Cream. Il manager Roy Esmonde suggerisce a Brush di allontanarlo, ritenendo la sua voce “troppo piatta”. Intanto Phill ha un problema alle tonsille e dopo l’operazione, torna in Irlanda ma viene allontanato dalla band, con Shiels che gli comunica la separazione.

DELUSIONE O BENEDIZIONE

L’allontanamento dalla band getta Lynott in una forte crisi emotiva. Nonostante ciò, lo stesso Shiels,  gli offre la possibilità di imparare a suonare il basso, e gli regala un Fender Jazz e delle lezioni private.

L’allontanamento dalla band crea in lui una forte delusione e il bisogno accerchiarsi di poeti, alcol e droghe, si unisce al collettivo dei Tara Telephone e comincia a suonare il basso.

Nel 1969 viene fondata la band Orphanage con Lynott alla voce, Brian Downey alla batteria, Pat Quigley e il chitarrista Joe Staunton. L’idea viene dallo stesso Phil, che accoglie in seguito nella band Terry Woods, Gary Moore alla chitarra e gli stessi Dr Strangely Strange.

I THIN LIZZY

Eric Roben Bell è un noto musicista appassionato di blues, lavora con i Dreams. Bell non è appagato professionalmente, è sempre dell’idea di lasciare la band per formare un power trio. In poco tempo esce dal gruppo e si mette alla ricerca di un bassista e un batterista. Incontra un tastierista di nome Eric Wrixon, mentre i due sorseggiano birra in un locale, salgono sul palco gli Orphanage che attaccano con Bob Dylan, i due restano inebriati dal frontman. Bell si presenta nel camerino di Lynott per fargli i complimenti. Lynott è il nuovo bassista e il trio eseguirà alcune sue composizioni originali.

Philip si reca a casa di Eric Bell per fargli ascoltare alcune canzoni che ha scritto in acustico: “Dublin”, “Chatting Today” e “Diddy Levine”.

È il 1 Gennaio del 1970 quando la rivista New Spotlight annuncia che Bell lascia i Dreams e forma una band ancora senza un nome ma con Eric Wrixon alla tastiera, Philip Lynott al basso e alla voce e Brian Downey alla batteria. Le prime prove sono stile jam blues, il basso di Phil è ancora poco raffinato ma funziona bene.

La prima esibizione ufficiale dei Thin Lizzy avviene nella School Hall di Cloghran, a nord di Dublino.

Il  nome della band viene ufficializzato alla stampa il 21 febbraio 1970 nasce da un’idea di Bell e richiama un personaggio robot nel fumetto The Dandy che si chiama Tin Lizzie.

Un amico di Phil, John D’Ardis, ha un piccolo studio di così offre a Lynott la possibilità di registrare le prime tracce della band in cambio del passaparola.  Le registrazioni avvengono in acustico e in studio c’è anche Gary Moore.

THE FARMER

“The Farmer” esce il 31 luglio 1970 con la Emi Ireland,  500 copie, di cui sole 283 vendute e sulle locandine non c’è il nome di Eric Wrixon, che viene subito dopo allontanato dalla band. I Thin Lizzy diventano un trio e continuano a rincorrere il loro sogno nonostante la cattiva riuscita del primo album.

Nell’autunno del 1970 riempiono i locali soprattutto per la loro presenza scenica. Pochi ancora conoscono il nome della band il cui repertorio è ancora zeppo di cover ma col tempo lasceranno spazio ai primi brani di Lynott “Look What The Wind Blew In”. La band va a vivere insieme, al 28 di Castle Avenue a Clontarf, sud di Dublino. L’ appartamento diventa la casa del vizio, ospiterà presto quella che sarà la peggiore compagna di Lynott: l’eroina.

I Thin Lizzy hanno due manager e un contratto li fa volare a Londra per le registrazioni del prossimo album con la Decca e Dick Rowe, famoso nella storia della musica per aver rifiutato i Beatles.

Le sessioni di di registrazione durano fino a dieci ore al giorno, insieme a loro c’è il produttore e cantautore statunitense Scott English che non è visto di buon occhio da Lynott perché vuole abbassare i volumi del basso:

 “Riferisci a quel fottuto yankee di andare affanculo”,
Phil a Tuite con il microfono aperto.

Il sound è solido e i testi poetici raccontano la vita vera, quella romantica e anche solitaria che ha accompagnato Phil per tutta la sua esistenza.

UNA COVER DI SUCCESSO

Nel 1973, con una cover di un brano tradizionale irlandese, “Whiskey in the Jar”  li porta a suonare in posti più grandi, un successo si, ma anche la preoccupazione di Lynott di non essere visto come un artista dedito solo al folk. Il pubblico non sembra  apprezzare tutti i brani offerti dalla band dal vivo. Ciò che li aveva fatti uscire dall’anonimato rischiava di intrappolarli.

I Thin Lizzy tornano a Londra negli studi di Tollington Park con l’intenzione di tirar fuori un terzo album completamente differente per scalare le classifiche.

Il riff iniziale di “The Rocker”, annuncia un sound nuovo e i testi di Lynott cambiano, urlano storie di strada e di risse, la musica è diretta e la voce più incazzata, il passato è passato.

BELL È FUORI

Nell’autunno 1973 la band torna a suonare dal vivo tra Regno Unito e Germania ma Bell è sovrastato anche da problemi personali. Alla Queen’s University di Belfast Eric Bell, dopo aver bevuto esageratamente, ha un collasso nervoso sul palco impreca e va via lasciando Lynott e Downey a finire il concerto con i soli basso, voce e batteria.

“Sono fuori, buona fortuna, ci vediamo più tardi”

Lynott riparte senza il chitarrista fino a che decide di chiamare l’amico Gary Moore per sostituire Bell. La Chitarra funky in chiave rock di Moore contribuisce alla band con Little Darling fino alla famigerata “Still In Love With You”, ballata tra blues e soul in cui possiamo ben notare il tocco di Moore.

JAILBREAK

La registrazione di “The Boys Are Back In Town” annuncia la pubblicazione nel marzo 1976 di “Jailbreak”, questa volta Lynott non avrebbe retto un altro flop. I Lizzy finiscono il disco in tre settimane, tra erba e litri di birra, lo si definisce un disco collaborativo che fa trasparire finalmente l’unione tra i membri di un gruppo hard rock.

Jailbreak viene pubblicato e raggiunge la Top Ten inglese. In primavera si parte alla volta degli Stati Uniti per suonare insieme a band come Aerosmith e Rush, mentre il nuovo lavoro si avvicina verso la Top Twenty Americana.

Il tour statunitense viene esteso ma prima della data a Columbus, viene diagnosticata a Lynott una forma di epatite che lo ferma proprio mentre sta cavalcando l’onda del successo. La causa dell’infezione è probabilmente un ago sporco utilizzato durante le cattive abitudini di Lynott che ora vanno oltre le canne e l’alcol. La seconda parte del tour viene cancellata Lynott viene ricoverato a Manchester e il resto della band viene messa in quarantena da Ritchie Blackmore, che ha già contratto la malattia.

Al rientro Lynott approfitta della situazione e cerca di non rischiare di perdere quello che aveva lasciato a metà. Fortunatamente grazie a Top of the Pops e la BBc  “The Boys Are Back In Town” è già esploso, Lynott riesce a recuperarsi dopo circa un anno proseguendo con “Johnny The Fox” (1976) e “Bad Reputation”.

LIVE AND DANGEROUS

Con Live And Dangerous la band sembra non volersi fermare più nonostante le condizioni fisiche di Lynott. Il live vede dodicimila persone alla Empire Pool di Londra, nel frattempo torna Gary Moore a sostituire Brian Robertson. Dopo il tour americano si parte per l’Australia e il Giappone, dove viene organizzato un gigantesco concerto gratuito, registrato in presa diretta dall’emittente Seven Network.

Così come cresce la sua fama cresce per Lynott anche la fame di alcol e droghe pesanti. Frequenta diverse amicizie nella scena punk inglese come Bob Geldof, Sid Vicious ed entra a far pare di un instant group: Greedy Bastards. Il 19 dicembre 1978, al National Maternity Hospital di Dublino, nasce  Sarah Philomena, sua figlia. Per l’occasione, Phil scrive un brano per lei con Gary Moore alla chitarra al posto di Brian Robertson.

UNA CARRIERA SOLISTA

Intanto tra alcol e droga e con manie protagonismo, Lynott pensa sempre di più di avviare una carriera da solista e invita la band a lavorare ancora di più per la registrazione di nuovi brani.

 

 

SOLO IN SOHO

Il viaggio continua e  Lynott decide di mettere fuori il suo primo disco solista. Solo In Soho è una seduta di psicanalisi, una confessione dei tormenti quotidiani dell’artista.

CHINATOWN

Nel 1980 è la volta di  “Chinatown” che omaggia la comunità cinese di San Francisco. I testi raccontano storie raccontate dai cinesi che vivono a San Francisco.

Malgrado la corsa al successo, i concerti dei Lizzy alla fine del 1980 non entusiasmano, i dischi continuano a non vendere e le spese sono sempre più consistenti. L’anno successivo, il concerto al Milton Keynes Bowl vede un Lynott ubriaco davanti a diecimila spettatori, mentre la data allo Slane Castle vede il sorpasso degli U2 come la band più famosa in Irlanda.

RENEGADE

La situazione già difficile della band, tocca il fondo con la pubblicazione di “Renegade”. L’album cerca disperatamente di trovare una nuova direzione nel sound della band, la potenza vibrante dei Lizzy però si perde nelle tastiere sempre più presenti.

Lynott comincia ad occuparsi del suo secondo lavoro da solista e contemporaneamente lavora ad un nuovo album dei Thin Lizzy. Le condizioni di Phil e il lavoro su entrambi i progetti non è il mix perfetto per continuare a scalare il successo tanto desiderato. La band viene lentamente eclissata dal nuovo sound in voga e da un Lynott sempre più devastato. Dopo la conclusione del tour al Monsters of Rock di Norimberga il gruppo si scioglie.

LA MORTE DI LYNOTT

A dicembre del 1985, Lynott è in overdose e viene portato d’urgenza al Salisbury General Infirmary dove resta in coma per undici giorni. Muore il 4 gennaio 1986, a causa del collasso dei suoi organi oramai distrutti da una vita troppo spremuta.

Il primo rito funebre per Philip Lynott il 9 gennaio 1986, è devastante. Una reunion di tutti gli artisti irlandesi. Lynott è così importante nella tradizione irlandese che che gli verrà dedicata una statua di bronzo, eretta in Harry Street nel 2005, insieme a grandi nomi come quello di James Joyce.

Nonostante sia spesso stato messo in secondo piano, l’influenza di Phil Lynott e dei Thin Lizzy sul panorama hard rock e heavy metal è stata enorme e, per molti anni, sottovalutata. Lynott è stato un personaggio mitologico, con una voce inconfondibile e una visione musicale che ha saputo fondere sapientemente rock, blues, folk e heavy metal.  Lascia un’impronta indelebile nel corso della storia della musica. La sua eredità, seppur talvolta poco riconosciuta, continua a ispirare generazioni di musicisti e appassionati.

Leggi anche -> Syd Barrett – Melodie di un Mente Incontaminata

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