A pochi giorni dal Festival di Sanremo 2025, scopriamo assieme Lucio Corsi, uno dei cantautori più singolari della scena musicale italiana attuale. Non solo un musicista, ma anche un narratore visionario: è capace di trascinare l’ascoltatore in un universo immaginario popolato da favole, leggende e suggestioni che sembrano uscite da un sogno.
La sua musica è un incrocio di suoni che spaziano dal pop all’indie rock, con un’attenzione particolare alla scrittura dei testi, che spesso sembrano piccoli racconti o poesie.
Fin dal suo esordio con Vetulonia Dakar (2015), Lucio ha mescolato con maestria le sonorità del cantautorato italiano, la poesia di artisti come Lucio Dalla e Franco Battiato, e l’energia di un pop che strizza l’occhio a sonorità internazionali, ma sempre con uno stile personale e inconfondibile. La sua proposta musicale è caratterizzata da una scrittura ricca di immagini vivide, in cui la fantasia gioca un ruolo fondamentale. Ma non solo: c’è anche una riflessione sul presente e una continua ricerca di autenticità in un mondo che spesso sembra essere in preda al superficiale. Le sue canzoni infatti sembrano divenire un rifugio per chi è alla ricerca di un’alternativa al mainstream, e alla monotonia di un mondo troppo grigio.
La sua ormai prossima – nonché prima- partecipazione alla 75ima edizione del Festival di Sanremo potrebbe segnare una svolta nella sua carriera, avvicinandolo di più al grande pubblico. E’ un artista che non ha mai messo in discussione la sua visione scambiandola per visibilità, e che ora ha la possibilità di vedere il suo talento riconosciuto da una platea più ampia.
Ma vediamo nel dettaglio chi è Lucio Corsi.
Biografia
Classe ’93, nasce a Grosseto da madre e padre rispettivamente pittrice ed artigiano. L’arte è in famiglia. Lucio inizia ad esibirsi nei locali toscani a meno di vent’anni, dopo la maturità si sposta dalle zone maremmane a Milano per intraprendere la carriera musicale. Tuttavia, la città gli rimarrà sempre un po’ troppo stretta e non riuscirà a cambiare il suo modo di vedere la vita.
Nel 2014 pubblica i suoi primi EP Vetulonia Dakar e Altalena Boy, stringe amicizie come Matteo Zanobini -tra gli altri- collaboratore di Brunori Sas.
Nel 2017 esce il suo secondo album Bestiario musicale, ispirato agli animali della campagna maremmana.
Lucio Corsi viene notato soprattutto per i suoi testi che hanno un fascino surreale.
E’ il 2020 che segna un punto di svolta, con la pubblicazione dell’album Cosa faremo da grandi? (attualmente in ristampa autografata) dal sottofondo fiabesco. Nel frattempo, Lucio inizia a farsi strada tra il grande pubblico: apre concerti (tra cui quello degli Who nel 2023), è presente in molte apparizioni televisive, pubblica il suo 4° album La gente che sogna.
A novembre 2024 esce il suo ultimo singolo Tu sei il mattino, che rafforza ulteriormente la sua unicità nel panorama musicale attuale. Nello stesso anno compare nel cast della terza stagione di “Vita da Carlo”, fiction su Verdone.
Musicalmente parlando, le influenze di Lucio Corsi spaziano dal progressive dei Genesis al cantautorato di Graziani. Esteticamente è spesso paragonato allo stile glam di artisti quali David Bowie e Renato Zero.
Curiosità: viene scelto nel 2018 come modello Gucci da Alessandro Michele, che lo porterà a sfilare per il noto brand a Palazzo Pitti.
La poetica
Nato e cresciuto nella tranquillità della campagna maremmana, lontano dal caos e dai ritmi frenetici della città, la musica di Lucio Corsi riflette l’impronta di quei luoghi di infanzia. Forse è stata la serenità di quelle terre che lo ha ispirato ad essere ciò che oggi è diventato. A tal proposito, è da citare un passo dal suo brano Freccia bianca:
“Sentirsi soli in una grande città è più dura che nella mia terra,
ci sono troppe pareti, troppi muri dove sbattere la testa”
Spesso ad essere ricorrenti nei testi di Lucio Corsi sono gli animali. Ne sono esempio l’upupa che dà consiglio agli alberi del bosco, l’istrice, il lupo, la volpe che diventa grassissima e tutti gli altri brani e storie del Bestiario musicale.
Ascoltare Lucio Corsi vuol dire essere consapevoli che i suoi testi, così delicati e preziosi, lasciano con sé sempre un po’ di nostalgia. Sono delle piccole filastrocche che a primo impatto ci ricordano Gianni Rodari, e che nascondono significati profondi, lasciando spazio all’immaginazione.
Il suo cantautorato sa parlare alle corde di chi lo ascolta. E per tutti coloro che pensavano questo fosse un genere ormai spento in Italia, la discografia di Lucio risponde dimostrando quanto ci sia ancora molto da dire.
Il sound delle sue produzioni si è arricchito negli anni: dal minimalismo dei primi album, si passa a sonorità orchestrali in Cosa faremo da grandi?, curato anche da Francesco Bianconi. Nell’ultimo lavoro La gente che sogna, siamo ancora proiettati in una dimensione immaginaria bizzarra ed allo stesso tempo entusiasmante: i viaggi nello spazio, l’astronave giradisco non fanno che rimarcare quanto già detto.
Inoltre, Lucio Corsi ha più volte detto di essere affascinato dai più grandi del cantautorato italiano. Noi sentiamo l’impronta anche di Rino Gaetano nel suo approccio “immaginifico” della musica, che a volte sembra sfociare nel no-sense.
Una curiosità interessante è che tutte le copertine degli album di Lucio Corsi prendono ispirazione dai dipinti della madre.
Perché ascoltare Lucio Corsi?
Sicuramente per l’originalità artistica: stile eccentrico e teatrale, ma Lucio Corsi non è uno che vuole farsi notare. Il glam per lui diventa un modo per esprimersi, non per strafare: sotto il trucco pesante ed i capelli lunghi si nasconde tanta raffinatezza.
Consigliamo vivamente l’ascolto di Lucio Corsi a tutti coloro che necessitano di una ventata di freschezza per sfuggire dalla monotonia moderna: come già detto, i suoi testi si trovano quasi tutti in un flebile confine tra sogno e realtà, ricchi di richiami naturali e “rurali” quali sono.
Di Lucio ci tocca profondamente il riuscire ad essere artista complesso pur riuscendo a mantenere un tono di semplicità. Altro suo segno distintivo è la personalità scenica.
Insomma: innovazione ma anche nostalgia. Ascoltarlo fa un certo effetto. E’ un artista che lascia a bocca aperta, per vari motivi.
Cosa ci aspettiamo dalla partecipazione a Sanremo
Siamo ormai arrivati a pochi giorni dall’esordio di Lucio Corsi al Festival di Sanremo 2025. Sicuramente sarà una grande occasione per l’artista, che esordirà sull’Ariston con il brano Volevo essere un duro, ma lo sarà anche per la musica italiana.
Ecco perché la sua performance potrebbe risultare accattivante sotto vari punti di vista:
-Performance non da sottovalutare: Lucio Corsi di certo non passa inosservato. E’ molto probabile (anzi, ce lo aspettiamo proprio) che la sua esibizione sarà visivamente affascinante, quasi quanto quella musicale. Non dimentichiamo che negli ultimi anni il Festival ha dato molta importanza agli aspetti estetici delle performance: dalle luci scenografiche ai look dei partecipanti, l’importante è sapere esprimere e richiamare visivamente il contesto della canzone. Tuttavia, Lucio ha dichiarato recentemente che indosserà abiti personali, non avendo uno stylist. Ci aspettiamo tutta la sua originalità.
-La serata cover con Topo Gigio: avete letto bene! Voci di corridoio sembrano ormai dare come certa la presenza di questo insolito duettante durante la serata dedicata alle cover. Un’ ulteriore conferma di quanto detto sopra.
-Non una classica canzone sanremese: Lucio potrebbe portare un brano che esplora temi intimi, capaci di evocare immagini suggestive. Spoiler: sarà una ballata dai suoni folk e rock, ma accompagnata da orchestra. Il titolo stesso “Volevo essere un duro” richiama una ipotetica scelta di vita che però non è avvenuta, lasciandoci intendere una riflessione sulle fragilità. Ciò che poteva essere ma non è stato, perchè poi le cose cambiano improvvisamente. In fondo, siamo tutti in bilico ed appesi ad un filo. Questo pensiero è già presente in alcuni passi della discografia di Corsi (provate ad ascoltare Cosa faremo da grandi sul ritornello). Attendiamo l’uscita del testo per saperne di più.
–Un ritorno all’essenza dell’arte nella sua forma più estetica: in un ambiente spesso dettato da formule commerciali, dove i brani sono appositamente studiati (anche in termini di durata) per essere il più possibile radiofonici, Lucio Corsi potrebbe rappresentare una ventata di autenticità.
-Impatto sul pubblico, e in particolare sulle nuove generazioni: come specificato poc’anzi, l’Ariston è un palcoscenico che in genere cambia decisamente vite e carriere artistiche. La partecipazione di Lucio Corsi potrebbe rivelarsi un “trampolino di lancio”, che gli permetterebbe di ampliare decisamente il suo pubblico. Una vetrina così importante potrebbe far anche avvicinare le nuove generazioni al suo universo musicale. Forse sarà questo l’aspetto più importante che potrebbe fare da punto decisivo nella sua carriera: ci sarà un prima e un dopo Sanremo, quantomeno in termini di popolarità.
In attesa di vedere la performance di Volevo essere un duro, ci fidiamo di alcune importanti testate giornalistiche che hanno avuto l’onore di un ascolto in anteprima, e hanno piazzato il brano tra i primi posti di una ipotetica classifica da primo impatto.
Concludendo..
Per un tale creatore di mondi tutti da scoprire quale è Lucio Corsi, il momento che sta per arrivare sembra essere quello giusto. Potrebbe finalmente ricevere il giusto merito ed allargare la sua platea, per ora forse composta da troppe poche persone, ed avere la possibilità di collaborazioni interessanti.
Non ci resta che fare il tifo per lui e seguirlo più da vicino, anche in tour.
“Io non ho mai capito di che cosa sono fatte le conchiglie
e come fanno ad arrivare lungo le spiagge affollate,
se dal cielo non scendono scale, se dal mare non arrivano strade?
Probabilmente sono state fatte a mano da un uomo sull’isola d’Elba
C’ha lavorato una vita e poi s’è stufato e le ha tirate per terra
Buttando nel vento il lavoro di anni,
perché nemmeno da vecchi si sa cosa faremo da grandi”
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