Lady and the Clowns: “il disco gioca su emozioni differenti e su vari generi musicali”

Lady and the Clowns

Si intitola “Mar Viola” il nuovo album di Lady and the Clowns, trio romano molto improntato al rock ma capace di proporre anche cover superpop come quella della cuccariniana “La notte vola”: un mix di impressioni e generi che dà origine a un disco mai scontato. Ecco la nostra intervista con la band.

Lady and the Clowns

Lady and the Clowns

Cosa rappresenta per voi il “Mar Viola”?

Il Mar Viola è la sensazione di “galleggiamento” che probabilmente appartiene più di tutti alla nostra generazione, ma non solo. Come abbiamo cercato di rappresentare anche nella copertina, grazie al contributo artistico di Giorgia Lungarella, è un fluido di possibilità e di sensazioni. Nella nostra idea, gioca molto sul fatto di non sapere se le tre figure stanno affondando o galleggiando, così come il disco gioca su emozioni differenti e su vari generi musicali che però si sviluppano su uno stile univoco. 

Qual è stata la parte più difficile della realizzazione di questo album?

Sicuramente lavorare agli arrangiamenti delle due cover, Hung Up e La Notte Vola. Lavorare ad una cover è sempre un lavoro di grande responsabilità, verso l’artista e verso il brano stesso, ma è anche un esercizio di stile che consiste nel calcare il proprio genere musicale in qualcosa di differente, in questo caso la musica dance. Ma anche arrivare vivi alla pubblicazione 

Come lavorate insieme per scrivere canzoni?

A volte le canzoni nascono da brani acustici composti da Sara, già completi di struttura e testo, che riarrangiamo tutti insieme. Altre invece lavoriamo sugli spunti che escono fuori nel corso di sessioni di jam che facciamo insieme in sala prove; brani come Artemide oppure Mar Viola nascono esattamente così, da un impulso, e poi vengono completati a latere con i testi, scritti sempre da Sara.

“Forbidden Seas” ha una forte ispirazione marinaresca. Avete un legame con la letteratura di mare?

Assolutamente sì! Sara è una grande appassionata di letteratura di mare e di viaggio ed in questo disco c’è un’impronta molto forte. 

Moby Dick, La Ballata del Vecchio Marinaio e testi analoghi hanno influenzato molto i testi di questo disco. La scelta di inserire il violino, per mano di Fulvio Farcomeni, all’interno di Forbidden Seas ha voluto calcare esattamente questo aspetto, contribuendo a portare quest’ambientazione fuori dal testo della canzone e fin dentro l’arrangiamento della stessa.

Se Mar Viola fosse un film, che genere sarebbe?

Oseremmo dire Sci-Fi. Surreale, grottesco, fantasmagorico. Quasi come Matrix, immerso in una realtà ed un tempo non definiti. Un film di Verdone che non fa ridere.

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