Raesta
Ciao, ci racconti il tuo nuovo singolo e video?
Pop corn è una canzone che parla d’amore, ma non è una canzone d’amore. Nasce da delle riflessioni fatte assieme ad alcune persone a me vicine circa il bisogno di riconoscere un rapporto tossico o disfunzionale e di prendere provvedimenti per il nostro bene. Dietro la vita di ogni giorno, la quotidianità fatta di tanti gesti automatici si può nascondere una sofferenza. Il video scarno cerca di porre in condizione lo spettatore di entrare senza fattori di disturbo dentro il racconto.
Sempre più spesso mi sta capitando di esibirmi da solo, chitarra e voce. Questa condizione col tempo sta diventando una modalità privilegiata. Nulla ti avvicina a chi ti sta ascoltando e ti permette di creare una dimensione di intimità allargata come un concerto acustico. In questo senso, anche se amo esibirmi in band, questo sta rispecchiando un mio modo di esprimermi. Andando al sodo.
Pensi che “Pop Corn” potrebbe essere apprezzato anche da un pubblico internazionale?
Lo spero. Cerco sempre di metterci una buona dose di musicalità nei miei brani. Amo tanto le sonorità internazionali e cerco di inserire qualche elemento su ogni composizione. In passato ho collaborato con Clio, una cantautrice francese e con Paulina Nosslo, una cantautrice svedese.. Inoltre sono stato selezionato l’anno scorso al FIMU festival di belfort Quindi per me è motivo di grande interesse avvicinarmi ad un pubblico più trasversale (anche geograficamente parlando)
Sicuramente in Italia sarebbe davvero bello collaborare con Marta Del Grandi, artista che stimo tanto, o Avincola. Ma non mi faccio illusioni. In Italia è davvero difficilissimo, specie se l’artista è in un momento di gloria. Mi piacerebbe magari far cantare qualche mio pezzo anche ad artisti acclamati. Suonare e sponsorizzare è davvero un mestiere difficile specie se non lo pratichi a tempo pieno.
Dipende dall’esibizione. Una preparazione fisica nei giorni antecedenti (riscaldamento vocale quotidiano, attività fisica per tenermi in forma nei limiti del possibile). Cerco di capire in anticipo che mood dare. Mi lascio ispirare da ascolti e visioni di concerti simili. Poi cerco di capire quanto lasciare all’improvvisazione e quanto far si che vada in automatismo. Da poco mi scrivo anche ciò che ci tengo venga detto al pubblico.
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