“Call Me Maybe” è il primo singolo di Nowhere, l’identità artistica dietro cui si cela Roberto Bonfissuto, un musicista che ci ha lasciati troppo presto.
Call Me Maybe – Nowhere
C’è qualcosa di incredibilmente toccante nel poter sentire oggi la voce e le melodie di qualcuno che non ha avuto il tempo di completare la propria opera. Ogni nota di questo brano porta con sé un senso di nostalgia e delicatezza, un frammento di un’anima che aveva tanto da dire e che, grazie all’amore del fratello Giulio e alla dedizione di Andrea Liuzza, ha trovato il modo di arrivare a noi.
Lo stile di Roberto, fragile e sincero, evoca quella bellezza imperfetta che rende la musica così umana e vicina. C’è un po’ di Syd Barrett nella sua scrittura, un po’ di quella malinconia dolceamara che appartiene a chi trasforma le proprie emozioni in suono. Sapere che per anni le sue canzoni sono rimaste chiuse in un hard-disk rende ancora più significativo il lavoro di chi ha deciso di donarle al mondo, senza snaturarle, ma completandole con rispetto e devozione.
“Call Me Maybe” non è solo un singolo. E’ una porta d’accesso a un universo musicale che rischiava di restare inascoltato. È una celebrazione, un atto d’amore, un ponte tra ciò che è stato e ciò che ancora può essere.
Aspetto con emozione l’album “Have You Done This Before?”, un’opera che non sarà solo un tributo, ma un vero dialogo tra il passato e il presente, tra la musica com’era stata immaginata e quella che, con cura e rispetto, ha trovato finalmente la sua forma. E soprattutto, sarà un’occasione per ascoltare e custodire la voce di un artista che meritava di essere sentito.
Leggi anche –> Super Topper, “Tu non ritorni”: un ponte tra passato e presente
